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Il sole e il tartaro. La visione mitica del mondo nella Grecia arcaica
註釋Perché Eracle dovette passare per l'estremo oriente dell'orizzonte greco e compiere il giro del mondo prima di raggiungere il giardino delle Esperidi all'estremo occidente? In che modo Elios, il dio Sole, che sembra talvolta trascorrere la notte nel paese delle Esperidi, può al mattino splendere a oriente? In che modo l'Universo può essere stabile se è vero che al di sotto degli Inferi e del Tartaro si spalanca da sempre il baratro dell'Abisso primordiale? Per dare una risposta a queste domande fondamentali, e ad altre in rapida scorsa, la presente indagine propone in un certo qual modo di seguire Elios nei suoi spostamenti da est a ovest, finanche nelle sue stazioni solstiziali o nel suo andirivieni tra uno zenit e un nadir, al limitare delle tenebre esteriori. L'indagine sbroglia e annoda tra loro gli elementi che hanno contribuito a strutturare l'immaginario cosmologico dei poeti-pensatori dell'arcaismo greco: l'interpretazione dei dati geografici o cosmografici quanto le tensioni metafisiche sulla natura, finita o infinita, dell'universo.