Il libro del prof. Fioranelli è un diario dell’epidemia, vista da un medico, professore universitario, scienziato e ricercatore, che s’interroga sui molti misteri, incongruenze e illeciti di un evento storico che le generazioni future ancora indagheranno.
Sostituita dallo scientismo, la scienza, quella vera, non può che biasimare una tale isteria collettiva e prendere le distanze dalle reiterate e palesi violazioni, da parte del governo, delle istituzioni e dell’industria, di quello che è il consolidato sapere della scienza medica.
La stupidità delle norme di emergenza (per un’emergenza che non aveva motivi clinici di essere), il cinismo e l’odio delle istituzioni verso i cittadini, trattati prima come greggi da confinare e poi come cavie su cui sperimentare, tutto questo ha ucciso la compassione, la misericordia, l’etica e la solidarietà.
Sono crimini forse anche peggiori dei milioni di morti non tanto per un virus ingegnerizzato in laboratorio, un’arma biologica ideata per spaventare e giustificare le restrizioni, quanto per la volontà di non curare gli infettati. Un’ipnosi collettiva, studiata e congegnata da anni, per annientare l’umanità e tradurre in atto un progetto di eugenetica malthusiana programmato da tanto tempo.
«In nome di una scienza di Stato...» come sottolinea l’Autore, insegnando a distinguere fra la scienza e l’industria, difronte a un’umanità incapace ormai di discernere il falso dal vero.
«Stormi impazienti di medici fanno la fila negli studi televisivi per cinque minuti di notorietà...» e la gente abbocca. Ma l’autore saggiamente ripropone il coraggio di essere folli, per infrangere la gabbia di mediocrità inculcata a tutti dal Sistema e osare un pensiero autonomo. Meglio essere folli con le proprie opinioni, che saggi con le opinioni altrui. Ammesso che esista ancora una saggezza.
La pandemia è tutta menzogna e mistificazione, un progetto che gioca il ruolo di un alibi – nelle parole dello stesso Schwab – per giustificare la privazione di libertà, l’intromissione dei governi nel privato dei cittadini minacciati da una serie infinita di pandemie progettate e l’instaurazione di un regime sanitario. La dittatura. Rispettare le regole, ubbidire agli ordini è l’eterno mantra dei regimi totalitari, che riescono a far presa solo perché i cittadini si rifiutano di pensare che il governo sia crudele con loro.
Nonostante l’evidenza. Anche quando – giocando sul nome – «la speranza è il peggiore dei mali poiché prolunga i tormenti degli uomini» nelle parole di Nietzsche.
La via di salvezza è una sola: trovare il coraggio di processare gli autori della rappresentazione pandemica, per genocidio e crimini contro l’umanità. Aggiungo che, se la si vuole vivere bene per trarne insegnamento, tutta questa situazione può recarci inestimabili doni, come temprare il carattere, relazionare in maniera diversa con il tempo, educare a cogliere l’attimo, rivedere le priorità dei valori e interrogarci sul senso dell’esistenza. Per uscirne rafforzati e con la recuperata consapevolezza di essere creature non di questo mondo.