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Falaride e la terra del Mito
註釋Trinakria 554 a.C.

Nella Sicilia arcaica dove gli intrighi di potere tra aristocratici e le guerre dilagano per la conquista dei territori, la città di Akragas è riuscita ad avere il controllo di quasi tutta l’isola meridionale.
Il suo tiranno, Falaride, un uomo spregiudicato, ha deciso di estendere il proprio dominio nelle terre sotto il controllo di Himera.
Ma per assoggettarle è necessario un piano che punti sull’astuzia invece che sull’uso delle armi, decisamente inutili considerati gli alti dirupi naturali di cui è munita la città.
Con questo intento Falaride invia in quelle terre, protette dalla dea Athena, il figlio Diofobo, un giovane abile sia nell’arte oratoria che con la spada.
È l’unico capace di incantare le platee con la virtù della parola.
Considerato il più accreditato alla successione al trono, deve riferire un’ambasciata del padre che difficilmente gli imeresi possono rifiutare.
Ad opporsi all’akragantino è il matematico Mamertino e il popolare poeta Stesicoro.