Il volume di Stefano Rodotà sulle fonti di integrazione del contratto costituisce un ulteriore passo verso la presentazione della sua visione a tutto tondo dei fenomeni del diritto privato nella società contemporanea. Rodotà, come già aveva fatto nel suo volume precedente sulla responsabilità civile, supera approcci formalistici e cala le vicende del contratto nella nuova costituzione economica che aveva già illustrato nella sua prolusione del 1967 su “Ideologie e tecniche del diritto civile”. Le prospettive da lui avanzate – che oggi sono acquisite ma che all’epoca rompevano un quieto vivere intellettuale – sono almeno sei: (i) il complesso delle regole del contratto è arricchito mediante fonti alternative a quelle della dichiarazione delle parti, (ii) ciò determina un ampliamento del contenuto e quindi degli effetti del contratto, (iii) la integrazione non è un soltanto “riempimento delle lacune” trascurate o ignorate dalle parti, (iv) ai fini della sua integrazione il contratto va collocato nell’ambiente socioeconomico in cui deve svolgere i suoi effetti, (vi) l’art. 41 Cost. presidia le regole esterne che disciplinano ed integrano il contratto.
DOI: 10.13134/979-12-5977-298-5