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Alessia Giusti che diventò la contessa de Rubècourt
註釋Bertesina di Vicenza - Fine Maggio. Una luminosa e tempestosa giornata di fine primavera; nuvole basse e sporche in una luce d’oro, i capolini gialli dei fiori dei tarassachi che occhieggiavano nel prato cosparso di brattee spinose. L’aria spessa e fresca odorava della pioggia da giorni agognata dall’erba arsa. L’acqua corrusca del ruscello, come uno specchio, sprizzava scintille, colpita dagli ultimi raggi di sole; le erbe più lunghe mareggiavano sotto le folate del vento. Vestita di una stoffa lilla marezzata, in testa il cappello guarnito di piume di marabù, languida e smorta, e incinta, la signora Maria Giusti, che i contadini chiamavano la padrona giovane, arrivò in carrozza; il mantice sollevato, nel momento in cui la luce occidua del sole stava già per essere assorbita dall’incipiente manifestarsi delle penombre serotine.