Dietro l’intramontabile fascino del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo c’è una dimensione implicita e nascosta che richiede, per venire compresa ed esplicitata, una opportuna griglia interpretativa. A questo scopo, il presente volume propone una lettura psicoanalitica del capolavoro di Galileo, in cui il testo, scientifico e letterario insieme, viene trattato come un sogno. Attraverso questa analisi, emerge con chiarezza una profonda e imprevista dimensione affettiva, a cui va ricondotta in particolare la drammaticità di ogni mutamento di paradigmi.
La grandezza di Galileo appare cosi indissolubilmente legata alla sua comprensione intuitiva delle problematiche affettive della scienza: i suoi personaggi, infatti, portano sulla scena quello stesso dialogo che si svolge (spesso inconsciamente) nell’intimo di ogni ricercatore. Quando Sagredo, Simplicio e Salviati ci parlano della Terra, della Luna e del cielo, ci parlano anche di ciascuno di noi, della nostra elaborazione dei primi rapporti oggettuali, della nostra visione affettiva del mondo. E noi, dialogando con loro e con Galileo, ci accorgiamo che la ricerca scientifica non è una pura costruzione razionale, ma una profonda esperienza umana.
Gianni