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Casalinghe all'inferno
註釋Una singolare figura di donna è al centro di questo romanzo corale ambientato in una città del Nord Italia, Torino. Singolare lo è, Ada, nel silenzio complice e attento con cui accoglie le confessioni altrui, senza mai svelarsi né svelare la sua flaubertiana ansia di essere altrove, fuori dalla drogheria elegante e centrale di cui è proprietaria, luogo topico e tana per bisognosi d'affetto, point de repère di sfoghi, dichiarazioni autobiografiche, pettegolezzi e incontri. Il racconto si snoda attorno a lei, che non ne è protagonista ma spettatrice e ambigua coscienza, inscenando, con surreale e a volte feroce allegria, una rappresentazione di realtà femminili. Madri terribili, belle donne emancipate, vecchie ostinate, mogli inquiete, nubili indecise ruotano nella giostra messa in moto da Margherita Giacobino, e sembrano pronte a prendere il volo in groppa ai loro desideri, inseguite dai loro uomini, mariti, fidanzati e figli, amici zitelli e gay. Le storie si intrecciano, i protagonisti si succedono nell'arco della narrazione, che ricorderebbe talvolta il minimalismo raffinato di Natalia Ginzburg, se non fosse costante e ostinata l'esigenza di superarlo, accentuando i colpi di scena, estremizzando le situazioni, come quella di Armando e Fernanda che si incontrano in un appartamento vuoto simile a quello celebre dell'Ultimo tango a Parigi di Bertolucci, o come la vicenda di Ombretta Marzo che evolve gradualmente, delicatamente, verso il più profondo noir. Sin dal titolo, l'ironia è la chiave di comprensione di questo universo spietatamente quotidiano e normale, di queste vicende drammatiche e comiche; un'ironia che diventa stile e modo di leggere la realtà.