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Live Centre of Information
註釋Quando il 19 luglio 1971 Jean Prouvé e Robert Bordaz presentano il progetto vincitore del concorso del Centre Beaubourg di Parigi, oggi noto come Centre national d'art et de culture Georges Pompidou, le reazioni della stampa e dell'opinione pubblica sono durissime. Gli architetti del progetto, Renzo Piano, Richard Rogers e Gianfranco Franchini, sono considerati degli "sconosciuti"; i suoi promotori, gli ingegneri dello studio Ove Arup & Partners, sono semplicemente dimenticati; l'idea originale di un "Live Centre of Information" con la sua sequenze di piattaforme flessibili sospese su una piazza en plein air per la folla è travisata e ridotta all'immagine di una " diga di metallo" atterrata nel cuore di Parigi; la scelta della giuria, dove figurano personaggi del calibro di Prouvé, Oscar Niemeyer e Willem Sandberg, è attribuita tanto a Prouvé quanto al carismatico Philip Johnson; il promotore del concorso, il presidente della Repubblica Francese Georges Pompidou, è dipinto come una figura ignara dei lavori dei giurati e obbligata a piegarsi controvoglia a una scelta non condivisa.A cinquant'anni da quegli eventi, attraverso lo strumento della cronaca e il ricorso a tutte le fonti documentali disponibili e a decine di testimonianze, è tempo di scardinare queste false certezze e ripercorrere la storia di questa opera celebre e ancora controversa: dall'idea originaria del presidente Pompidou di un "monumento alle Halles" per rinvigorire l'architettura francese nel dibattito internazionale, alla natura complessa di un progetto in cui convivono fragilmente le aspirazioni e gli impulsi d'avanguardia di architetti e ingegneri, sino alla ricostruzione delle trame politiche e delle visioni ideologiche che si celano nel processo di selezione della giuria.