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Jacopo da Trezzo e la costruzione de L'Escorial
Jean Babelon, traduzione e revisione delle note con aggiunta di nuove immagini di Eleonora Mauri e Pasquale Villa
出版
Diogene Edizioni
, 2015-01-10
主題
Art / History / General
Art / European
Art / Individual Artists / Monographs
ISBN
8866471089
9788866471080
URL
http://books.google.com.hk/books?id=8CFFCQAAQBAJ&hl=&source=gbs_api
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SAMPLE
註釋
Il 23 settembre 1589 a Madrid muore, forse in quella via che porta il suo nome, Jacopo Nizzola e dal suo testamento apprendiamo che si qualifica come “scultore di sua maestà” e subito dopo ricorda: “y natural de la villa de treco qu’es en el estado de Milan”. «Il primo rinascimento, dice Müntz, avrebbe potuto chiamarsi l’epoca dell’oreficeria, tanto come l’ultimo è stato generoso di architetti, pittori e scultori». In questa schiera di orafi Müntz poté annoverare il nostro Jacopo che, percorrendo con perspicacia una strada ben delineata, fa l’orafo e l’intagliatore di pietre. Nominato scultore di Sua Maestà Filippo II; con Herrera stende progetti e costruisce macchine; come Cellini incide medaglie. Si formò a Milano, dove lo troviamo attivo tra il 1532 e il 1553, quando Milano era la capitale europea della glittica. Le botteghe dei Miseroni, dei Saracchi, di Annibale Fontana e Jacopo da Trezzo crearono favolose brocche di diaspro come quella della SchatzKramrner di Monaco o magnifici vasi in cristallo di rocca come quello del Kunsthistorisches Museum di Vienna. Jacopo nel 1551 fornisce a Cosimo de Medici un vaso di cristallo, ma aveva già servito anche i Gonzaga. Quando entra al servizio di Carlo V la sua attività si amplia fino a divenire una specie di consigliere personale di Filippo II; si occupa delle sculture per la famiglia imperiale al Convento degli Scalzi Reali, oltre che di una serie di realizzazioni per il Monastero dell’Escorial: progetti per il tabernacolo; commercio di pietre preziose; invenzioni di strumenti per la lavorazione del diaspro, gestione del laboratorio di intaglio per il quale aveva chiamato dall’Italia numerosi artigiani.
Da queste succinte notizie si può evincere l’interesse per la traduzione e la revisione dell’o-pera di Jean Babelon: unico studio completo sull’artista trezzese e sulla sua opera: la pubblicazione risalente al 1922 necessitava di aggiornamenti e verifiche non solo dell’apparato delle note ma anche delle tavole illustrate: un lavoro durato diversi anni e... non ancora del tutto concluso.