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Non sempre ricordano
註釋Dopo Vittorio Reta e Corrado Costa, fuoriformato prosegue la sua "restituzione" dei poeti di una generazione perduta, quella che non attraversò indenne il versante tra anni Settanta e Ottanta. Patrizia Vicinelli ne fu l'anima più combattiva e autodistruttiva: un vero kamikaze dell'esperienza tossicodipendenza, carcere, lunghi anni di latitanza, "miraggi pieni di luce", tragica morte per aids - prima che della scrittura. E infatti gran parte del suo lascito, prima che nei pochi testi giunti alle stampe, consiste nell'incredibile presenza scenica di questa performer definitiva. Verbigeratrice vulnerante, Patrizia Vicinelli era in primo luogo un'icona corporale. Cecilia Bello Minciacchi ne ha ricostruito lo svolgimento tormentato e tumultuoso, rinvenendo una quantità di testi inediti e dispersi (fra i quali il devastante "romanzo" Messmer e una scelta di saggi) nonché ricostruendo il tortuoso svolgimento della pièce de résistance "epica", "Non sempre ricordano", atroce psicomachia sull'esistere e il ricordare nel quale Vicinelli si rappresenta, quasi vindice erinni tarantiniana avanti lettera, come "samuray" con la "splendente fiammeggiante / scimitarra alla mano".