Una cena operaia a Milano nel 1911, un pranzo di famiglia nella Roma fascista, un altro di operai immigrati a Torino con il miracolo economico e un altro ancora nel Nordest preleghista. Ma Emanuela Scarpellini va anche oltre, e cerca nei miti, nel pensiero selvaggio, nei luoghi magici del Rio delle Amazzoni o del golfo di Papua, le chiavi più antiche per interpretare la storia contemporanea della nutrizione. Alberto Capatti, "il manifesto"
La più organica e completa storia sociale dell'alimentazione nel nostro Paese. E anche la più originale in quanto a montaggio, si direbbe filmico. Un libro estremamente godibile e solido. Marco Gervasoni, "la Lettura - Corriere della Sera"
Dall'unità d'Italia ai giorni nostri, un percorso che parte da sette 'pranzi letterari'. Un testo fittissimo di informazioni che descrive come l'atto del mangiare sintetizzi fattori di tutti i tipi lungo complicate stratificazioni storiche, dando origine a forme che ripetiamo continuamente e di cui spesso non comprendiamo il più profondo significato. Marco Bolasco, "il Venerdì di Repubblica"
Un pranzo, così come un atto teatrale, necessita di una preparazione della scena. Emanuela Scarpellini la ricostruisce con cura, offrendo al lettore l'opportunità di scoprire, per esempio, la storia delle posate, il galateo ottocentesco, gli orari di pranzi e cene in epoche lontane dalla nostra, il valore sociale degli alimenti. Paolo Di Paolo, "Il Sole 24 Ore"