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La bottega del professore
註釋Definita con civetteria dal suo autore come un sorta di frullato del "contenuto di cassetti dimenticati, ripostigli, botteghe, retrobotteghe, sottoscala, soffitte, cantine e garages", "La bottega del professore" è in realtà un'ininterrotta, anche se a tratti semiseria, riflessione sulla storia applicata a maestri e amici, a compagni di strada, a se stesso, ai miti e ai protagonisti del Novecento (tra i primi, studiosi autorevoli come Vittore Branca, Marco Tangheroni, Alberto Tenenti, ma anche marginali di genio come Piero Camporesi, Elémire Zolla o, singolarissima guida spirituale, Attilio Mordini; tra i miti e i protagonisti, Barbablù e Giovanna d'Arco, ma anche García Lorca, Hitler e Mussolini). Sotto traccia, ma nemmeno troppo, intravvediamo dietro i ricordi-confessioni dell'autore le inquietudini di tanti giovani che, negli anni Sessanta, non si riconoscevano nelle ideologie dominanti, e cercavano, immergendosi nello spiritualismo e in altri -ismi del secolo breve, di costruirsi una cultura, si dica pure di destra, che servisse di antidoto alla Modernità.