登入選單
返回Google圖書搜尋
La dama del Kashmir
註釋Tutto ha inizio da una sedia a rotelle, immersa nel buio sul marciapiede deserto di un vicolo di Barcellona. Francisco Balmes detto Paquito, rappresentante di bigiotteria sposato e con figli, ha la sfortuna di passare da quelle parti e di incrociare lo sguardo dell’uomo che è sopra quella sedia: un invalido ancora ben messo, con belle braccia muscolose, collo taurino e un’aria di solitudine, quasi di tristezza antica. Come una suora della carità, Paquito si ritrova ad aiutare l’uomo ad attraversare la strada. Spinge la sedia sull’asfalto lucido fino all’altro marciapiede e poi fino a un vicolo, un budello pieno di pile di cartoni, finestre con le sbarre e coppie che amoreggiano. Tutto precipita in pochi istanti: nel punto più buio del vicolo l’invalido si alza in piedi. Niente più sedia a rotelle, niente più gambe che cedono. Solo le braccia muscolose, il collo taurino, lo sguardo cattivo. Piazzandogli la lama di un coltello alla gola, l’uomo gli intima di dargli tutto. «La Barcellona oscura e criminale in cui si aggira Mendez, commissario sull’orlo della pensione che conosce come le sue tasche i barrios popolari». Il manifesto «La scrittura singolare, pastosa, irriverente di Francisco González Ledesma mostra un’invidiabile presa sul presente». Giancarlo De Cataldo, Corriere della Sera «Con Manuel Vàzquez Montalbàn, Ledesma è stato il protagonista della rinascita della “novela negra” nella Barcellona della Transizione e della democrazia». la Repubblica