Nada Cella ha solo 25 anni il 6 maggio
1996, quando viene trovata agonizzante
nello studio del commercialista Marco
Soracco dove lavora come segretaria.
L’ufficio si trova in una via centrale di
Chiavari, piccola città della costa ligure.
A scoprirla in quelle condizioni è proprio
il suo datore di lavoro. Sono le 9 del
mattino e la ragazza morirà in ospedale
poche ore dopo. Fino a quel momento
l’esistenza di Nada Cella è molto simile
a quella di tante ragazze della sua età.
Eppure negli ultimi tempi, come ricorderà
spesso la madre Silvana con cui
condivideva l’appartamento, la 25enne
era preoccupata. Qualcosa la tormentava
e voleva cambiare lavoro. Il primo
a essere indagato per il brutale omicidio
sarà proprio Marco Soracco. Secondo
gli inquirenti sarebbe lui il killer. La sua
vita, insieme a quella della madre
Marisa Bacchioni, viene scandagliata
a lungo. Poi la sua posizione verrà archiviata.
Il caso di Nada Cella ricorda
per certi versi quello di Simonetta Cesaroni.
Come per il delitto di via Poma,
gli investigatori negli anni percorreranno
varie piste, ma ogni volta che la soluzione
sembrerà a portata di mano qualcosa
andrà storto. Fino al colpo di
scena arrivato verso la fine del 2021.
La Procura di Genova riapre il caso
iscrivendo nel registro degli indagati
una persona. Si tratta di una donna
che all’epoca era stata sfiorata dall'inchiesta
solo per pochi giorni. Ma anche
in questo caso, l’entusiasmo iniziale si
è affievolito dopo il risultato delle
lunghe analisi sui reperti rimasti. Il mistero
della morte di Nada Cella potrebbe
rimanere per sempre custodito tra i
caruggi di Chiavari.