Con questo volume si è conclusa la serie delle pubblicazioni promosse dall’Associazione Torino 1706 per celebrare il terzo centenario dell’assedio e della battaglia di Torino. Il dettato dei Trattati di Utrecht del 1713 determinò in Europa nuovi equilibri e rilevanti assestamenti geopolitici. Per i Savoia il loro esito creò basi e presupposti utili a dare concretezza a obiettivi o progetti di espansione accarezzati sin da antica data. Dopo la sostanziale abdicazione ai diritti su Ginevra, dopo il forzato precedente arretramento nel Vallese e nel Vaud, dopo alcuni mancati accrescimenti territoriali sul versante italiano (talora legittimamente spettanti, anche in via ereditaria, ma elusi, prevalendo la “legge del più forte” sul “diritto”) i risultati di Utrecht determinarono un solido rafforzamento sabaudo, anche se certo ancora lontano dalle aspettative della potente dinastia, già in quel momento una tra le più antiche regnanti in Europa. Il mancato ottenimento contestuale dello Stato di Milano, fu controbilanciato dall’incorporazione immediata - o già indirizzata a breve termine - di aree ad esso precedentemente afferenti, quali Alessandria, la Lomellina e la Valsesia, che si prestavano, quanto meno in termini prospettici, a predisporre e indirizzare ulteriori espansioni lungo le direttrici lombarde. L’acquisizione, inoltre, delle Valli di Pragelato, dell’alta Valle di Susa e, in rapida successione, dei feudi imperiali delle Langhe, non solo garantì un rafforzamento delle aree di confine, ma consentì anche, in breve arco di tempo, alle regioni subalpine - e specificatamente al Piemonte “geografico” - di configurarsi come uno Stato regione compatto e ben difendibile. L’attribuzione a Vittorio Amedeo II del Regno di Sicilia, pur con le incalzanti evoluzioni successive ne consolidò in ogni caso la forza, consentendo - pur dopo la pausa perniciosa dell’occupazione napoleonica, che fu però gettata alle spalle con ulteriori ampliamenti degli Stati sabaudi - la futura azione unificatrice dell’Italia.