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Il brigante romantico. Ribelli e banditi del mondo nell’immaginario italiano del XIX secolo
註釋

Quella della dissidenza, della ribellione al potere e alle società è una storia senza tempo e senza spazio: ripetitiva, logorante, drammatica, utopica. Si racconta in ogni dove, in qualsiasi epoca.

Seguirne le impronte, significa viaggiare per cinque continenti, osservare civilizzazioni diverse, luoghi e ambientazioni molteplici e distanti, avventurarsi tra eroi e malviventi di ogni sorta, cuori impavidi e gente senza scrupolo, profittatori, sfruttatori, signori dalla mano violenta, dal potere arbitrario, liberatori, avventurieri, capipopolo.

La stagione del romanticismo, di più, consente di immergersi intimamente nelle più appassionate storie di banditi, masnadieri, scorridori, corsari, direttamente dalle pagine di narratori di grande suggestione, attraverso la letteratura, le riviste di geografia e viaggi, i giornali illustrati, le cronache, le tradizioni popolari.

Ai confini dello stato e ai margini della società, del resto, oltre i semplici rigurgiti criminali, il brigante rappresenterà sempre la minaccia per eccellenza: la speranza di un sovvertimento delle condizioni generali di vita, l'incombente timore dello smantellamento delle gerarchie codificate dalla legge, il senso della rivolta, dei sogni istintivi di uguaglianza e fraternità, di libertà dai padroni e dalla fatica insostenibile.