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Ceramica in uso a Firenze fra Settecento e Ottocento. Volume II. Porcellana, Terraglia e Bucchero della Nuova Spagna – Tomo I. Saggi; Tomo II. Apparati
註釋

Il secondo volume della Ceramica in uso a Firenze fra Settecento e Ottocento tratta di porcellana, terraglia e bucchero della nuova Spagna, dopo che il primo si era occupato esclusivamente di maiolica.

Prende in esame la nascita e l’avvento di un materiale prezioso che proveniva dalle mitiche Indie Orientali, la porcellana, già collezionata in Europa da numerose grandi famiglie, concentrandosi esclusivamente sulla ceramica d’uso ad esclusione delle sculture. L’aspetto più innovativo del volume sta nel fatto che si basa quasi esclusivamente sui i documenti cartacei, tutti inediti, trovati negli archivi di famiglie fiorentine e quindi permette di dare un quadro esaustivo degli acquisti di porcellana a Firenze tra Settecento e Ottocento. Tra i materiali è il masso bastardo di Doccia ad occupare una parte preminente nel contesto del volume, paragonato con la vera porcellana e la porcellana bastarda, così come tra i decori è quello chiamato in fabbrica a stampa e oggi definito “a riporto” a essere privilegiato perché è di fatto il progenitore del transfer print, che tanto successo e sviluppo avrà nella ceramica inglese e nella terraglia europea in generale. Si approfondiscono anche i colori con la non comune anchina e il prezioso verde crom e poi qualche servito particolare.

L’evolversi delle mode e i cambiamenti di gusto sono filtrati attraverso gli acquisti di ceramiche di alcune importanti famiglie nobili fiorentine e lucchesi, come pure di quelli della Corte Granducale.

La terraglia, poi, da quella di scavo a quella ottocentesca più comune, affrontata con studi nuovi e con una grande quantità di riscontri documentali per finire, poi, al “bucchero della nuova Spagna”, del quale, però, non vogliamo svelarvi niente.

Il tutto arricchito da apparati dettagliati e da numerose tabelle esplicative.