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Scritti in onore di Sara Volterra
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Giulia Caravale
Carlo Casonato
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Enzo Cheli
Giuseppe Contini
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Claudia Teresa Nasi
Paola Piciacchia
Maria Daniela Poli
Piersabino Salvemini
Sawicki Jan
Carla Tonin
Simona Rodriguez
Sara Pennicino
Rebecca Mcmenamin
Graziella Lunardi
Luca Dell'Atti
Giulia Aravantinou Leonidi
出版
Giappichelli
, 2018-01-11
主題
Law / Comparative
ISBN
8892167995
9788892167995
URL
http://books.google.com.hk/books?id=S2tGDwAAQBAJ&hl=&source=gbs_api
註釋
PRESENTAZIONE a cura di Mario Patrono. Eravamo in 5 quella mattina di febbraio del 1970 ad aspettare in preda all’emozione. Quei 5, per citarli in ordine alfabetico, erano: Nino Olivetti Rason, lo scrivente, Giorgio Recchia, Vincenzo Vigoriti e Sara Volterra. La nostra provenienza era disseminata. Vigoriti e la Volterra erano, per così dire, ‘di stanza’ all’Università di Firenze, Sara alla Facoltà di Scienze Politiche e Vigoriti, se non ricordo male, a Giurisprudenza. Nino Olivetti e chi scrive all’Università di Padova, anche noi – come Sara – a Scienze Politiche. Giorgio Recchia veniva dalla Scuola di Napoli via Paolo Tesauro e Francesco D’Onofrio. Il luogo? Il corridoio dell’Istituto di Diritto pubblico di Giurisprudenza, Università di Roma (così detta allora senza altra definizione, dato che a Roma di Università pubbliche ce n’ era una soltanto; poi vennero Tor Vergata e Roma3, e a quel punto ‘quella’ Università di Roma prese il nome di ‘La Sapienza’, che già prima aveva, per la verità, ma che non si usava mai). Dominava in quell’Istituto, a quel tempo, la figura di due Maestri di altissimo livello scientifico, Massimo Severo Giannini e Vezio Crisafulli; l’ombra dei quali aleggiava tutt’attorno. Eravamo dunque lì, noi 5, in attesa di essere chiamati a sostenere la prova ‘sui titoli’ all’esame di abilitazione alla ‘Libera Docenza’, che diverrà anni dopo – avendo nel frattempo assunto connotati un po’ diversi – la prova per il conseguimento del titolo di Professore associato. La ‘Libera Docenza’, lo dico per i più giovani, era un passaggio obbligato del cursus honorum di un (futuribile) professore universitario. Senza, la carriera si bloccava; avendola conseguita, invece, era possibile a quel punto ottenere, prima, un’incarico d’insegnamento, e poi (a Dio piacendo) proseguire in avanti fino alla ‘Cattedra’.