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America Latina e Stati Uniti
註釋Il 20 settembre 2006, al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, il presidente venezuelano Hugo Chávez pronunciò Il discorso che sarebbe stato ricordato come uno dei più duri mai rivolti verso un presidente americano e il governo degli Stati Uniti. Il provocatorio attacco di Chávez alle Nazioni Unite contro George W. Bush era solo il punto di arrivo di un anno particolare per l'America Latina, dodici mesi in cui diversi candidati progressisti erano riusciti a prevalere nelle elezioni presidenziali. I trionfi di Evo Morales in Bolivia e Michelle Bachelet in Cile, o la rielezione di Ignacio Lula da Silva in Brasile destarono molta impressione e, tra gli osservatori vicini alla realtà sudamericana, si diffuse la convinzione di assistere a un graduale spostamento a sinistra degli equilibri politici, la conferma che l'America Latina si stesse gradualmente svincolando dall'egemonia statunitense, dal Washington Consensus e dalle sue rovinose prescrizioni economiche neoliberali. Partendo da questi presupposti, di cui il volume analizza i motivi economici, politici e sociali, l'autore s'interroga sul futuro del subcontinente latinoamericano: dalla reazione di Bush e dalla capacità di Chávez, in particolare, di estendere la "rivoluzione bolivariana" tra i Paesi sudamericani e di rafforzare il processo di integrazione continentale, sostenuto anche da Lula da Silva, dipenderà il definitivo affrancamento dell'America Latina dal suo passato.