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L'8 settembre in Albania.
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La crisi armistiziale tra impotenza, errori ed eroismo (8 settembre-7 ottobre 1943)
出版Edizioni Nuova Cultura, 2009
主題History / Wars & Conflicts / World War II / General
ISBN88613435899788861343580
URLhttp://books.google.com.hk/books?id=TvI6DwAAQBAJ&hl=&source=gbs_api
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註釋

Perché la Divisione “Parma”, che doveva proteggere e tenere il porto di Valona, il punto di collegamento fondamentale con l’Italia, vitale per ogni sopravvivenza, crollò nell’arco di 48 ore, e permise ad una colonna motorizzata tedesca esile e decisa di occupare il predetto porto di Valona senza colpo ferire? Perché la Divisone “Arezzo”, stanziata nel Corciano, passò quasi al completo nelle file tedesche, rinnegando ogni tradizione, anche i simboli più cari come bandiere e stendardi? Perché la Divisione “Puglie”, in piena crisi di movimento, fu completamente lasciata al suo destino e nel Kossovo fu oggetto di vendetta e rappresaglia da parte di kossovari, che avevano prestato giuramento di fedeltà al Re Imperatore? Perché la Divisione “Firenze” lasciata Dibra, mosse verso il mare per raggiungere l’Italia e combatté il 22 settembre 1943 una battaglia contro i tedeschi a Kruja e, sconfitta, salì in montagna e raggiunse il Comando dell’Esercito di Liberazione Nazionale Albanese quasi al completo? Perché la Divisone “Brennero”, composta da Altoatesini e Veneti fu al completo rimpatriata, dai tedeschi, in Italia, a Trieste e Venezia e poi, scelse di essere internata in Germania? Perché la Divisione “Perugia”, in marcia da Argirocastro a Santi Quaranta, in armi, tenne questo porto fino ai primi di ottobre 1943. Presi i contatti con Brindisi, avuti ordini di resistere, dopo la caduta di Cefalonia e Corfù, respinse un attacco dal mare di forze tedesche e ricevuto l’ordine dal Comando Supremo Italiano di lasciare le armi ai partigiani albanesi e di portarsi a Porto Palermo, 45 km più a nord, per essere evacuata in Italia, fu abbandonata a se stessa ed alla rappresaglia tedesca? Per tanti soldati italiani in terra albanese arrivò il momento delle scelte, ognuno a fronteggiare tutti i nemici: i criminali, i briganti, i collaborazionisti, i tedeschi ed anche la diffidenza dei partigiani albanesi combattuti fino a poche settimane prima. Soli con la loro coscienza. Queste pagine voglio tratteggiare le loro vicende, non per dare giudizi, o attestati meritori, ma solo per ricordarli e per ricordare quella che fu una tragedia, prima di tutto materiale e più ancora morale, come è stato l’armistizio dell’8 settembre in Albania.