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LA PROPAGANDA CINESE DA MAO a DENG 1968-1982
Domenico Antonio Borsella
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Dalla rivoluzione culturale alla Cina moderna attraverso le edizioni cinesi per stranieri
出版Micrografeditore, 2022-01-01
主題History / General
URLhttp://books.google.com.hk/books?id=VFXEEAAAQBAJ&hl=&source=gbs_api
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註釋Tra il 1949 e il 1976, la Cina comunista mise in campo una massiccia propaganda per consolidare il potere di Mao Tse-tung (Mao Zedong). La collettivizzazione forzata, il gran balzo in avanti (che procurò la morte per fame di almeno 20 milioni di cinesi), la rivoluzione culturale contro il deviazionismo di destra (con altri milioni di morti), che durerà a tutto il 1972, sono alcuni degli aspetti che hanno caratterizzato la storia della Cina maoista. A partire da giugno 1968 fino a giugno 1982, il libro riassume quattrordici anni di riviste illustrate, scritte in italiano e destinate agli stranieri, con l'intento di propagandare il maoismo.I lunghi editoriali riportati nel libro, fino al 1976 (morte di Mao), ripetono pedissequamente i suoi pensieri finalizzati a convincere i lettori esteri della bontà della via cinese al comunismo. Possiamo così seguire i paradossi di una ideologia che ha trasformato la Cina da paese arretrato a paese moderno attraverso un lungo cammino lastricato di lutti, violenze, soprusi, coercizioni, forzature, obblighi, sopraffazioni e alcune sofferte conquiste sociali. È una storia raccontata dalle immagini e da editoriali, spesso prolissi, a volte violenti, ottimamente tradotti da solerti redattori cinesi. Il testo, che accompagna (in chiave critica) le varie pubblicazioni, riguarda la mia personale testimonianza. È una retrospettiva storica di quegli anni. Gli ingredienti di questo libro sono il linguaggio duro, le minacce roboanti delle pilotate masse popolari contro i nemici interni ed esterni, gli stravolgimenti politici, le congiure e i tradimenti, i successi, le conquiste, le condanne e le riabilitazioni dei deviazionisti fino all'affermazione pragmatica del nuovo corso cinese voluto da Teng Hisiao-ping (Deng Xiaoping).