In una linea del tempo, Leonardo da Vinci (1452-1519) si colloca proprio al centro del Rinascimento, al confine tra il Medioevo e l’èra moderna, a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento. In passato Leonardo è stato spesso esaltato come precursore della scienza moderna, ma nell’ultimo secolo la maggior parte degli studiosi ha ridimensionato il suo ruolo di scienziato, salvando solo l’artista sublime. Alcuni lo hanno considerato soltanto un abilissimo osservatore e inventore un po’ velleitario, altri, invece, lo hanno presentato come l’emblema romantico di una conoscenza unitaria e impermeabile alle specializzazioni. Ma cos’ha significato davvero per la scienza? È possibile recuperare uno sguardo nuovo sulla scienza moderna analizzando i caratteri essenziali di Leonardo nella meccanica, ingegneria, matematica e nelle scienze naturali?
La scienza moderna, nata con la Rivoluzione Scientifica, emergerà un secolo dopo, ma su di essa si apre, per primo, lo sguardo solitario di Leonardo, colui che scriveva «se sarai solo, sarai tutto tuo». E anche se nessun teorema o legge porta il suo nome, la figura di Leonardo come “scienziato” rappresenta un vero unicum, segno che la storia si muove in modo molto più folle di quanto vorrebbero gli storici.