La ricerca presentata in questo volume ha come oggetto la misurazione degli effetti della mancanza di scuola per lunghi periodi, fenomeno definito, dalla ormai consolidata ricerca internazionale, come Summer Learning Loss.
In particolare lo studio ha evidenziato che dopo l’estate si verifica un calo dei livelli di abilità linguistiche, ma non per tutti gli studenti e soprattutto non per tutti nella stessa misura. Gli studenti che “perdono” sono quelli con un background socio-economico e culturale disagiato e che non hanno vissuto esperienze significative durante l’estate. E se il gap è evidente dopo l’estate, continua ad ampliarsi anche dopo un anno scolastico, segno che la scuola non è in grado di controbilanciare le differenze tra gli studenti.
Lo studio, che apre un nuovo filone di ricerca in Italia, spinge a riflettere sulla necessità di programmi estivi e attività didattiche mirate all’inizio del nuovo anno, con l’obiettivo di ridurre le distanze tra gli studenti che si registrano già dai primi giorni di scuola. La questione dei “disapprendimenti estivi” invita a riflettere anche sull’opportunità di modificare il calendario scolastico, con l’introduzione di più pause durante l’anno e la riduzione della lunga pausa estiva.
La questione sollevata da questa indagine rimane aperta: riformulare il calendario scolasti-co o concentrarsi sul rientro a scuola a Settembre degli studenti?