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Tutte le poesie romanesche
註釋Mario dell'Arco (1905-96) è riconosciuto come il massimo poeta romanesco del Novecento insieme a Trilussa. Pier Paolo Pasolini proponeva per di più un collegamento diretto col grandissimo Belli: "l'aura metafisica di dell'Arco è trasposta tutta su un piano di puro gioco verbale" presupposto da uno stesso fondo cattolico che nel complicato gioco delle casistiche concede, attraverso un processo analogo di compromessi, al Belli la violenza del sacrilegio, a dell'Arco il gioco dell'intelligenza". Il "caso dell'Arco" nasce nel 1946, quando Antonio Baldini, nella premessa all'opera prima, inserisce il nuovo poeta romanesco in un panorama che coinvolgeva personaggi diversissimi come Dante, Pontano, Borromini, Belli, Mallarmé, Pascoli, Palazzeschi e Govoni; e già negli anni immediatamente successivi il poeta conquista un posto sicuro nel parnaso italiano con la malleveria di Trompeo, Pancrazi, Mazzocchi, Pasolini, Petrocchi, Bocelli, Ulivi, Spagnoletti, Sciascia, Frattarolo, Bo, de Luca - Quest'ultimo contrapponeva alla vena leggera delle prime poesie i nuovi affondi nelle tenebre dell'anima: "Quel che gli vien di fonte, e resta oscuro come in una fonte profonda, è la malinconia. Certe inflessioni sono d'una amarezza dura; e certe luci, certi guizzi, fanno paura" Come quei tuoni lontani e quei lampeggiamenti lunghi ed estenuati che fanno sospettare prima o poi la tempesta coi tuoni e i fulmini che ci scoppiano innanzi". Il volume - curato da Carolina Marconi, con prefazione di Pietro Gibellini e postfazione di Franco Onorati - raccoglie tutte le poesie pubblicate nei circa cinquanta libri e libretti editi tra il 1946 e il 1995.