Un giorno mi sono decisa. Non potevo dar fuoco a un romanzo di mio marito trovato incompleto dopo la sua morte, o passarlo al tritacarte: c’era anche gran parte della mia vita dentro, presa in prestito da lui. Un libro a due penne? Sogno nel cassetto.
Lui si era affidato alla magia per trovare un antidoto alle chemioterapie. Aveva tessuto un arazzo con i fili dell’aldilà, opposti di universi da riconciliare: ricordanza e dimenticanza, lettere e numeri, carnalità e intelletto, ma anche lingua nazionale e dialetti.
In testa a tutti, femminile e maschile: Giorgio De Rienzo è infatti uscito dal suo genere e si è visto donna. Ma ha lasciato alla protagonista la sua stessa professione.
E anche io sono andata al di là di me.