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Le sculture ornamentali 'veneto-bizantine' di Cividale. Un itinerario artistico e archeologico tra Oriente e Occidente medievale (Premio Ottone d'Assia e Riccardo Francovich 2006)
註釋

L’analisi delle cosiddette sculture “veneto-bizantine” fa parte dai materiali conservati al Museo Nazionale di Cividale del Friuli (UD), per poi allargarsi a comprendere un’ampia rassegna di tale classe di prodotti, che riguardano soprattutto l’ambito adriatico e la città di Venezia in particolare. L’orizzonte cronologico di riferimento per i pezzi cividalesi si situa a cavallo tra XII e XIII secolo, anche se tali produzioni, con forme lievemente semplificate e standardizzate, perdurano fino al XV secolo. Patere e formelle, nonché cornici marcapiano con numerose varianti, rappresentano un sistema decorativo per le facciate dei palazzi di pregio, nato ed elaborato compiutamente nell’ambito veneziano. Tali decorazioni, tuttavia, almeno per ciò che concerne i motivi iconografici, denunciano stretti legami con l’arte del vicino e medio Oriente, attraverso la mediazione del mondo bizantino, dei visigoti in Spagna, degli Arabi. Queste contaminazioni di modelli e iconografie devono essere avvenute soprattutto attraverso prodotti artistici di piccolo formato, facilmente veicolabili e di grande diffusione, non escluse le ceramiche fini da mensa. Lo studio, per la prima volta, tenta di ripercorrere tutte le disparate correnti culturali che nelle patere e nelle formelle trovano una loro compiuta ed unitaria affermazione, trattando tali materiali con un approccio archeologico e materiale e non esclusivamente tradizionalmente storico-artistico. Una parte significativa della ricerca è stata dedicata all’analisi dei materiali, marmi e pigmenti storici, che ha rivelato nella ricca tavolozza cromatica impiegata anche la presenza del raro e costoso lapislazzulo. Proprio questo motivo, assieme ad altre considerazioni di ordine archeologico e topografico, ha permesso di ipotizzare che le sculture conservate a Cividale siano proprio ciò che resta del prestigioso palazzo patriarcale voluto da Paolino d’Aquileia  sullo scorcio dell’VIII secolo e abbattuto nel XVI secolo.