登入選單
返回Google圖書搜尋
Modernità e sostenibilità in Russia
註釋

La modernizzazione della modernità è il risultato di una conseguenza non prevedibile, alla quale la sociologia non associa una crescita lineare della razionalizzazione o del controllo, una strategia o un maggiore sapere specialistico, ma solo intrinseche conseguenze delle conseguenze secondarie, della modernizzazione della società industriale. Ciò indica la rottura della “gabbia d’acciaio” di Weber per dar vita a nuove occasioni, che aprono la strada a nuovi interessi e soggetti in conflitto. La sociologia inserisce nelle crisi della modernità e del postindustrialismo, come conseguenza di un segmento storico-sociologico preciso, il problema ambientale. La radicalizzazione della modernità come trasformazione, cambiamento e riassetto dei nuovi pilastri istituzionali e nuove strutture sociali, e la sostenibilità come semantica confliittuale. Ma il concetto di modernità continua a essere associato a certe caratteristiche essenziali delle formazioni economico-sociali capitalistiche, molti ritengono che nelle società socialiste non siano mai esistite le condizioni della modernità. Di conseguenza, in queste società la modernità non solo non avrebbe potuto creare crisi ambientali ma neppure i presupposti di una radicalizzazione della modernità e quindi un processo di sviluppo caratterizzato dalla sostenibilità. Eppure, lontano dalla modernità, nella Russia dei primi anni venti, non solo si affronta il problema ambientale come potenziale minaccia per il futuro dell’umanità in assenza di una reale industrializzazione, ma si pianifica un processo di sviluppo politico, economico e sociale che ha tutte le caratteristiche riscontrabili in quel modello definito sessant’anni più tardi: sviluppo sostenibile. In Italia, molti anni dopo, ritroveremo un movimento ecologista (anti nucleare) che seguirà la stessa strada del VOOP russo. Accademici e expertise daranno vita a movimenti politici per incidere sulle scelte economiche e sociali dell’Italia.