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Amori e passioni della contessa Francesca Morosini (1895 -1989)
註釋

Un secolo, quasi, di storia d’Italia attraverso le vicende che riguardano una villa veneta e la sua proprietaria: una contessa sordomuta e gobba.
Le passioni di Francesca Morosini sono tante: contare i mobili della villa e raccontare le glorie del doge Francesco Morosini; la zia Loredana fanatica di D’Annunzio; educare con il metodo Montessori i bambini poveri; allietare con serate musicali i soldati durante la prima guerra mondiale; redimere i profughi del dopoguerra; convertire al fascismo
le masse rurali; proteggere la villa dalle prepotenze delle SS; dare un lavoro alle sordomute; combattere le Brigate Rosse; opporsi alle novità del Concilio; convertire la Russia comunista. Amori. Un solo grande amore: un figlio di fittavoli che l’ accompagna dai primi giochi d’infanzia agli ultimi anni, quando alcolizzato, diventa cappellano della villa. Un leit motiv è quello dei furti. I mobili, le statue, i quadri, i libri rubati o distrutti: dai soldati, dai fittavoli, dagli amici e dai parenti finchè la villa resterà completamente vuota. Una metafora dell’Italia. La scelta di raccontare al presente non è casuale. Il presente è un “non tempo”; esso livella i grandi accadimenti e le piccole storie, i capolavori dell’arte e gli oggetti insignificanti della vita quotidiana, tutti gli uomini senza eccezione in granelli di polvere che la storia macina inesorabile e beffarda.