Il cantiere di restauro è il luogo privilegiato per interventi nei quali le diverse competenze si combinano senza preconcette classificazioni di merito. Una peculiarità che il restauro archeologico presenta è legata alle condizioni dinamiche in cui gli interventi avvengono e alla costante variabilità delle condizioni in cui i manufatti si trovano a vivere, per tempi talvolta lunghi, anche dopo la conclusione dei lavori. È evidente come le difficoltà di conservare manufatti archeologici dipendano in maniera determinante dalle brusche variazioni a seguito dello scavo (con notevoli differenze locali negli esiti che dipendono anche dai metodi e dalle strategie utilizzate), alla variabilità di condizioni in cui i manufatti si troveranno a vivere in seguito e alle possibilità reali di assicurare loro una pratica di manutenzione ordinaria. La situazione rischia di diventare drammatica nel caso di manufatti fortemente smembrati e collocati in aree difficilmente raggiungibili e in quelli che non assicurano una adeguata “immagine” e che, in altri termini, non sono immediatamente e vantaggiosamente “vendibili”.