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Di cento foglie raccolte dal selciato cerco germoglio
註釋

Nella sua nuova silloge Massimo De Ciechi sperimenta il mondo delicato e, allo stesso tempo, potente degli haiku classici, l’antica forma poetica giapponese composta da tre versi e diciassette more secondo lo schema 5/7/5. La raccolta onora in varie pagine la Natura nelle sue forme più semplici, immediate e condivise oltre ogni confine, geografia e cultura (vento, alberi, rami, foglie, e ancora temporale, pioggia, fiori, rocce, ruscello, nuvole, neve, mare, sabbia bagnata, luna), per poi tuffarsi, con cambi di prospettiva, nell’intimo, nel mistero profondo del sé che dondola tra solitudine e condivisione. L’autore ha una propria intenzione poetica nell’haiku e mischia il rovesciamento e la linearità in un movimento costante verso un equilibrio sempre messo in pericolo e riconquistato in ogni istante, ben conoscendo il senso di responsabilità che richiede l’affidare a foglio e inchiostro la voce dell’anima e il suo inevitabile ardore nel connettersi con l’universo, nel non restare muta anche quando regna il silenzio.

Estratto riadattato dalla prefazione di Monia Baldacci Balsamello.