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Bologna insanguinata
註釋Mi son di nuovo perso e la strada è lunga. Lunga quasi quanto gli intrecci stradali dei decumani dedalici d’una Bologna a quel tempo e purtroppo, a tutt’oggi, soventemente sconsacrata...
Bologna, mia città natia. Città macchiatasi di reati e delitti morbosi, lordatasi e inceneritasi nella folle sconcezza dei più turpi atti criminosi. Qui rivisti dagli occhi d’un uomo smarritosi negli anfratti onirici della sua rinascenza maestosa. Un excursus esistenziale travolgente, goliardico, granguignolesco, sì, grottesco e boccaccesco. Al contempo ironico e malinconico. Diluito in un pazzo intreccio mnemonico che, partorito da scaturigini emozionali d’ancestrale metafisica misterica originatasi dalle abrasive, prime memorie perturbanti d’una naufragata adolescenza persino funerea e quasi da manicomio, riscoccherà brillantemente nel restaurato firmamento stellato di un’anima dapprima deturpatasi e fatalmente scomparsa fantasticamente, dunque prodigiosamente risorta in modo fantasmagorico. Un amarcord storico e stoico, virtuoso e funambolico, profumato di romantici effluvi psichici ammantati di reminiscenza candida e fluida, una nuda e cruda esposizione virginale di un’anima fatiscente, farneticante, persino affranta. Giammai però morbida e potentemente ancor intatta. Bologna, ricolma di liceali boriosi, di gente fintamente saccente e ipocrita. Il felsineo capoluogo emiliano qui riesplode furibondamente in modo torbido sotto forma di psichedelica detection speculativa scevra d’ogni retorica, incendiandosi in macabre vicende mescolate alla forza animalesca e selvaggia d’un intrepido, irrefrenabile cuore indomito.