L’Embodied Cognitive Science è un paradigma scientifico e
culturale che da alcuni anni ha permeato le menti di molti scienziati. Dalla
Filosofia all’Antropologia, dalla Psicologia alle Neuroscienze Cognitive, dalle
Scienze dell’Educazione alle Scienze Motorie e Sportive, l’ECS è il frutto di
contributi euristici interdisciplinari che, secondo una visione
multiprospettica, rappresenta ormai un solido costrutto scientifico.
Se la Psicologia Cognitiva classica, infatti, ha lanciato
una base forte per dare alla mente il primato della funzione computazionale
elaborativa, l’ECS rivisita drasticamente questa lettura scientifica e fonda la
sua ragione di esistere su due elementi peculiari del processo di
rappresentazione: percezione ed azione.
Il presente testo, pertanto, oltre a consentire al lettore
di effettuare una corposa degustazione scientifica sull’ECS, si pone come
obiettivo l’analisi della situ-azione nell’ambito della didattica, riconoscendo
la significatività della fisicità d’aula, nel rispetto della trilogia
scientifico-culturale Enattivismo-Neurodidattica-Semplessità. Questi modelli a
carattere interdisciplinare, ben illustrati nel terzo capitolo, rappresentano
quel fertile frame work concettuale grazie al quale l’ECS può affondare le sue
radici anche nell’ambito della didattica. Nascono e si delineano così quegli atti incarnati indispensabili al
successo del processo di insegnamento/apprendimento che si impregnano e si
nutrono di percezione, cognizione ed azione.
A fronte di questo scenario molto intrigante anche sul piano
professionale, e non solo scientifico, questo studio vuole riflettere su quanto e come è possibile che la didattica si serva dei principi cardine
dell’ECS, offrendo nuove opportunità di contesto per la costruzione di
innovativi protocolli di ricerca a carattere sperimentale e di metodologie
didattiche sintoniche con gli ambienti di apprendimento del mondo della scuola.