Tra il 1936 e il 1939, l'Europa libera e democratica, colta in contropiede dalle pretese di Hitler, neo-cancelliere della Germania nazionalsocialista, dapprima acconsentì a derogare dagli accordi di Versailles a favore delle pretese tedesche, poi, di fronte agli appetiti smisurati del Führer del Terzo Reich, cercarono in tutti i modi di salvare la pace fino all'inevitabile scoppio della guerra. L'Italia, alleata della Germania, venne trascinata nel conflitto dalla colpevole faciloneria di Benito Mussolini «duce» del fascismo.
In questo periodo di anteguerra si inserisce l'indispensabile contributo della diplomazia italiana. Gli ambasciatori, i consoli, gli incaricati di affari, gli addetti militari e i ministri aggregati all'estero furono gli occhi e le orecchie del governo italiano. Senza le loro meticolose e preziose informazioni, carpite o acquisite attraverso i fitti contatti con gli omologhi dei vari paesi e con i governanti del momento, difficilmente si sarebbero potuti concludere in modo costruttivo accordi e compromessi tra gli stati. Attraverso le loro missive, riportate integralmente su questo libro, si possono ricostruire i percorsi irti di ostacoli, di delusioni, di successi, di drammi e di paure che i nostri diplomatici affrontarono con estrema lealtà verso l'Italia nel periodo più tragico del XX secolo.