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Dinamiche dell’incastellamento in Adriatico. Secoli X-XIII
註釋

Il dibattito sull’incastellamento ha compiuto 50 anni. I castelli, osservati dall’alto, paiono un corpo unico che nacque per modificare l’habitat: una grande rivoluzione attuata tra X e XIII secolo, ma non fu così. Ogni castello è frutto di dinamiche proprie e può non trovarsi in relazione con il suo vicino più prossimo. L’incastellamento non fece muovere tutte le forze in campo all’unisono e fu caratterizzato da un mosaico di motivazioni che impattarono, spesso, su scala micro-territoriale, senza poter essere incasellate rigidamente. Una base comune è evidente: aumentare la protezione. Le differenze stanno nell’oggetto che andava protetto. Un castello a difesa di un valico ha una ragione d’essere ben diversa da un castello realizzato a difesa di un sito di stoccaggio di prodotti fondiari (con relativo abitato). Quelle “ragioni di essere” si traducono nella materialità dei rinvenimenti archeologici, che in Europa caratterizzano un mosaico di situazioni che non possono essere incasellate rigidamente, come spesso è stato fatto. Questo volume propone esempi e linee di tendenza sulla nascita dei castelli in Adriatico, dall’Istria alla Puglia, frutto di ricerche archeologiche e topografiche che concorrono ad approfondire il dibattito internazionale sull’incastellamento attraverso nuovi dati sviluppati in un’ottica più traversale e meno dicotomica di quanto si sia postulato in passato.