Nel proseguo dei lavori della Crypta Balbi, il gruppo di archeologi diretto da Daniele Manacorda ha effettuato un fortunato scavo in un ‘mondezzaro’ del XVIII secolo, cioè in un deposito di rifiuti pertinenti ad una comunità in parte laica e in parte religiosa installata nel centro della Roma pontificia. L’analisi di quest’immondezzaio, o meglio dei reperti che dal deposito sono stati estratti (stoviglie, bicchieri, monili, osa, semi, utensili da lavoro, ecc.) ha consentito di intravedere il vissuto di quella gente (ricca e povera) che abitò in quel luogo alcuni secoli addietro. Tutti i reperti, accuratamente interpretati e descritti, sono classificati con scrupoloso rigore.