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I longobardi del sud
註釋

Il tema della presenza longobarda nel sud ha conosciuto nel tempo una minore fortuna archeologica, eccetto sporadiche eccezioni, rispetto a quanto è avvenuto nel centro-nord della penisola. Ci sono delle ragioni che spiegano questa situazione: il maggiore e più precoce radicamento dei Longobardi nell’Italia settentrionale; un’evidenza archeologica che, per quanto consegnata quasi alla sola dimensione funeraria, è senz’altro quantitativamente superiore. Tuttavia questa ‘fortuna’, seppure precoce, non ha aiutato nel passato a costruire un’archeologia medievale in Italia; e, nel contempo, questa maggiore attenzione ha ben poco contribuito a sviluppare nuovi modelli teorici di approccio allo studio dei contesti funerari, diversamente da quanto è avvenuto, a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, in molte altre regioni europee, a seguito dell’affermarsi del post-processualismo.

Questo volume di oltre 500 pagine costituisce un testo estremamente utile per chi voglia affrontare, d’ora in avanti, lo studio del periodo longobardo nel sud della penisola. Un periodo che si presenta in forme certo meno chiare rispetto a quanto non sia possibile percepire, ad esempio, nel nord dell’Italia, dove l’unitarietà del Regno, per quanto non continua nel tempo, facilità e giustifica la possibilità di letture più generali. La creazione, nel sud, di ducati sostanzialmente autonomi, provoca quel senso di frammentazione che anche questo libro non nasconde, anzi tende in qualche modo ad enfatizzare. Si tratta di un approccio che va sicuramente condiviso e perseguito, anche per superare quelle declinazioni generalizzanti che rischiano di appiattire la lettura dei processi storici su alcune parole d’ordine come la ‘militarizzazione’ del territorio; oppure leggono la presenza longobarda quasi esclusivamente attraverso l’evidenza funeraria, legandola alla sola rappresentazione etnico-culturale.