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註釋L’omaggio a tre voci – e sono quelle di tre studiosi diversi tra loro per formazione, oltre ad essere esponenti di generazioni diverse – ribadisce in primo luogo l’ammirazione per l’originalità dello scrittore che smentì fin dalla giovinezza ogni presunta scissione tra le “due culture”, l’umanistica e la scientifica. Se le pagine di Silvio Ramat, saldando a tre capitoli compatti una serie di pezzi brevi (alcuni di datazione abbastanza remota) rimasti finora “dispersi”, forniscono la misura della sua “lunga fedeltà” al poeta di Montemurro, il saggio di Clelia Martignoni può considerarsi un punto fermo per la messa a fuoco di un “tutto Sinisgalli”, non ricostruito in base a parametri astratti ma nel vivo della sua instancabile officina, di cui Luca Stefanelli isola un aspetto necessario e portante, la metrica, mai analizzata prima con altrettanto rigore. Ma il ruolo più significativo e trainante nella genesi di questa insolita iniziativa editoriale tocca alla passione per la poesia e alla libera convergenza di intese sull’estroso e sofisticato scrittore di Montemurro, che si vorrebbe più diffuso e conosciuto di quanto oggi non sia.

Silvio Ramat è professore emerito di letteratura italiana contemporanea dell’università di Padova, nella quale ha insegnato per circa un quarantennio. La sua attività di studioso, premiata nel 2001 dall’Accademia dei Lincei, si è svolta in particolare nella ricognizione critica su alcune tra le maggiori correnti e personalità poetiche del XX secolo, dalla generazione di Campana, Sbarbaro, Ungaretti a quella degli ermetici e oltre.

Clelia Martignoni, ordinario di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Pavia, dirige (ora con P. Boitani ed E. Testa) la rivista «Strumenti critici», fondata da M. Corti, D. S. Avalle, D. Isella, C. Segre; e dal 2010 la rivista gaddiana «I Quaderni dell’Ingegnere», fondata da Isella. Presiede dall’ottobre ’16 il Comitato del Centro Manoscritti, Università di Pavia.

Luca Stefanelli è ricercatore presso l’Università di Pavia, dove è titolare dall’a. a. 2014-2015 dell’insegnamento “Laboratorio d’italiano”. Il suo lavoro critico e filologico si è concentrato sull’opera poetica di Andrea Zanzotto, cui ha dedicato diversi saggi e due monografie (Attraverso la Beltà di Andrea Zanzotto. Macrotesto, intertestualità, ragioni genetiche, Pisa, ETS, 2011, vincitore del Premio Cesare Angelini – Maria Corti “Giovani” 2011.