登入選單
返回Google圖書搜尋
I cantieri della Bibbia
註釋La Bibbia ha un naso di cera che può essere plasmato a proprio piacimento, scrive Alano di Lilla. Paradigma di identità politica e religiosa, dalla seconda metà del secolo XI, la Bibbia si rinnova attraverso il formato del libro, la tipologia grafica, il testo e il corre- do iconografico, in quanto fondamento ecclesiologico da cui muove la Riforma della Chiesa. Dipinta sulle pareti ecclesiali e minia- ta nei manoscritti atlantici, la Bibbia è ostesa in figura e scrittura. Chi ne ha concepito il rinnovamento figurativo? Che ruolo può aver interpretato la basilica lateranense, cattedrale di Roma, nella diffusione iconografica della 'Bibbia romana'? Quali sono stati i modelli di riferimento? Officine di miniatori e officine di pittori concorrono, negli scriptoria e sui ponteggi, a elaborare il pro- gramma iconografico delle Scritture: una visione complessiva di queste narrazioni permette, da una parte, di ricostruire il cantiere ideologico, editoriale e figurativo, della Bibbia promosso dalla Chiesa romana; dall'altra di analizzare i rapporti che intercorrono tra bibbie miniate e bibbie dipinte, da un punto di vista iconografico, formale e di tecnica esecutiva. Il doppio binario materico (pergamenaceo e parietale) e semantico (iconografico e testuale) in cui la Bibbia è esposta rivela, in molti casi, affinità di cultura grafica e figurativa tanto significative da innescare interrogativi che riguardano l'organizzazione dell'officina di miniatori e del cantiere d'arte monumentale e la possibilità di interferenze operative tra équipes di artisti differentemente specializzate.