登入選單
返回Google圖書搜尋
Con Garibaldi alle porte di Roma
註釋Barrili ci informa che avrebbe voluto intitolare Scampagnata epica questo libro - scritto venticinque anni dopo la presa di Roma, dunque per festeggiare l'anniversario di un evento tanto atteso e sofferto; e sebbene l'idea venne poi scartata per il timore di mancare di rispetto ai tanti che in quella scampagnata avevano lasciato la vita, pure lo spiritello che l'aveva ispirata resta a informare le pagine di una narrazione che ha assai poco di militaresco e molto, piuttosto, delle «note di viaggio»: Barrili racconta infatti l'itinerario da Genova verso Roma con frequenti indugi - più da gita turistica che da marcia militare di trasferimento - su luoghi, personaggi, memorie storiche e letterarie.
Barrili insomma, mentre celebra commosso la grandezza di Garibaldi anche e soprattutto nel momento della sconfitta, di fatto intende raccontare l'intensità della vita impreziosita dal rischio e da un ideale, confortata dalla vicinanza dei compagni d'avventure in camicia rossa, vivificata dalla bellezza dei luoghi dell'arte e dai paesaggi di un'Italia che è sempre più - nelle pagine e nel sentire di Barrili - una realtà geografica e culturale finalmente posseduta e apprezzata, arricchita dalle emozioni sprigionate anche da letture lontane o più vicine; e tutto è rivissuto e descritto senza enfasi, anzi con levità e ironia: con un tono talora scherzoso che pare un velo teso a sdrammatizzare l'amarezza e la passione che Barrili, un po' per scelta stilistica un po' per pudore di ligure, tiene a bada in sé e lontane dalla scrittura.

Un protagonista racconta l'unica sconfitta di Garibaldi, la sfortunata battaglia di Mentana. Uno sguardo già disincantato sul Risorgimento