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Pedagogia e orizzonte post-umanista
註釋

Ogni volta che pensiamo l’educazione, ogni volta che parliamo di educazione, siamo come catturati inconsapevolmente da un certo ordine del discorso che ci induce a dare per scontato il fatto che i nostri pensieri e le nostre parole possano, anzi debbano riferirsi all’uomo. L’azione didattico-educativa, tuttavia, non si risolve in un rapporto interumano, ma si esplica anche attraverso un’organizzazione materiale e simbolica degli spazi, dei tempi, dei corpi, degli oggetti. Per educare, specialmente se lo si fa professionalmente, occorre dunque imparare a gestire in modo intelligente e creativo una materialità costituita da un reticolo di umano e non umano (spazi, arredi, oggetti, tecnologie, testi, forze naturali). Dato poi che qualsiasi processo educativo non è avulso dallo scenario storico, è necessario domandarsi perché, a cosa e come educare per far fronte alle sfide poste dal mondo contemporaneo, il quale è contrassegnato dall’egemonia della tecnica e da incessanti mutamenti che provocano una molteplicità di crisi: ecologiche, economiche, politiche, culturali. Riporre l’attenzione soltanto sugli esseri umani è una strategia etica e pedagogica poco adatta a un contesto contrassegnato da un milieutecnologico e scientifico che presenta delle problematiche che si estendono oltre i confini dell’antroposfera. Facendo riferimento ad alcune prospettive di ricerca presenti nel dibattito italiano e internazionale, il volume sonda la possibilità di costruire le condizioni per ripensare la pedagogia e l’educazione nell’età della tecnica al di là di una cornice antropocentrica, vagliando criticamente le potenzialità teoriche del post-umanesimo al fine di modificare l’unità di analisi della pedagogia in direzione della relazione tra umano e non umano.