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La messa dei villeggianti
註釋"La Messa dei villeggianti mi sembra un ottimo risultato. C'è in Soldati quella capacità ancora "ottocentesca" di colloquio - dall'interno - col pubblico medio, senza banalità né richiamo volgare." Così Giansiro Ferrata giudicava nel 1959, ancora prima della pubblicazione, il libro di racconti soldatiani, "sincero e scritto con vivacissimo ingegno". Oggi, dopo quasi cinquant'anni, questi testi sospesi tra l'elzeviro, l'invenzione narrativa, la cronaca e il diario ci riportano a un'Italia molto distante da quella in cui viviamo: una nazione ancora di tante peculiarità, di luoghi diversi, di varia umanità, di prodotti tipici, di strade lente e tortuose. Si ritrova, in queste "scene della vita di provincia" e non solo, il sapore del paese visto nei film in bianco e nero della migliore commedia all'italiana. Il narratore ci conduce nelle sue storie con un ritmo vivace, punteggiato da pause meditative e istanti di vivida contemplazione, che trasmettono intenso il piacere di paesaggi, musiche, vini, corpi di donna. Nella sequenza di "corti" che compongono il libro, Soldati continua intanto a inseguire con acutezza penetrante il gioco dei destini individuali, l'intrecciarsi del proprio a quelli altrui, che ne sono specchio, cifra segreta, possibilità non esperita.