Non c’è niente di più incongruo che usare la società di Ancien Régime come base per pensare al rifiuto femminile. Ridotte al «riserbo» dai trattati di bon ton, al silenzio o alla «finta resistenza» dai codici della seduzione, le eroine della letteratura classica non avrebbero nulla da trasmetterci, tanto meno il potere di dire no. Si sarebbe potuta considerare la questione una storia chiusa se non fosse stato per la sagacia di Jennifer Tamas. Infatti, a modo loro, le donne del Grand Siècle hanno resistito, hanno disobbedito, e di queste battaglie silenziose restano alcune tracce. Sotto le belle immagini di principesse addormentate celebrate dall’industria dell’intrattenimento si nascondono rifiuti potenti, oscurati da secoli di interpretazione patriarcale. L’autrice li porta alla luce con coraggio e finezza, rintracciando l’espressione del femminile celata sotto lo sguardo maschile e tendendo l’orecchio al mormorio sommesso delle voci di chi resiste. Evocando figure dissidenti dei secoli passati, da Cappuccetto Rosso a Berenice, rinvigorisce il discorso femminista e trova in Marilyn Monroe il segreto di Elena di Troia. Con un tocco di irriverenza, rivela un magnifico matrimonio culturale. Uno sforzo di risurrezione è oggi possibile.