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Pastura. I mille volti della verità
註釋Pastura, è il “pascere” all’aperto, l’erba di cui si cibano le mandrie, oppure un alimento spirituale?
Viaggiare tra i monti della Sila, verso il colle della Ginestra, e riscoprire tutto ciò che la Natura ci offre, dalle luci dell’alba e del tramonto ai riflessi del sole, dai colori ai sapori e ai profumi, dalle forme di vita nascosta, dall’ossigeno alle fonti d’acqua: è come vivere un sogno fantastico e indimenticabile.
Ormai il nostro autore Pasquale Talarico è entrato nel cuore di tanti affezionati lettori.
Strano personaggio, senz’altro, ma originale e creativo, capace di registrare e mostrare quelle realtà nascoste che i nostri occhi “non vogliono vedere”.
Incuriosiscono le profonde riflessioni su alcuni aspetti della vita che a volte possono sembrare banali o superati, ma che alla fine si mostrano attuali e interessanti.
Riflessioni sull’uomo che finisce “schiavo e prigioniero della sua stessa paura”, dell’angoscia di vivere e allo stesso tempo della paura della morte. È l’eterna e inevitabile lotta tra il bene e il male. Esiste anche la gioia di vivere, il tempo in cui l’uomo non deve aver paura della morte. “Non aver paura della morte, quando ci sei, lei non c’è e quando lei ti è vicina, tu non ci sarai più, ma la paura della morte ti rende infelice: non aver paura della morte, lasciati guidare dai tuoi sentimenti...” (da Risveglio – poesie e riflessioni 2007 – A. Maglio, ed. Il Fiorino).
Intanto incontriamo il nonno e il nipotino, due generazioni diverse, lontane tra loro. Entrambi però amano cose indimenticabili che fanno parte della natura stessa dell’essere umano: gli alberi e i fiori, i colori e i profumi del paesaggio, il silenzio della campagna, dei monti e delle valli. È lo specchio dell’uomo che deve vivere in armonia con l’ambiente e la realtà che lo circonda, lontano dai sogni ingannevoli e virtuali che l’intelligenza artificiale trasmette alle giovani generazioni.