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Nella Valtellina del tardo Cinquecento
註釋Ristampato a distanza di quarant’anni, il libro di Alessandro Pastore mantiene il suo carattere innovativo: un’avvincente storia sociale dei conflitti religiosi scatenati in una valle alpina di frontiera a fine Cinquecento. Dopo l’occupazione della Valtellina da parte dei Grigioni, la Riforma protestante fa proseliti tra le comunità del cantone svizzero. Nella valle, spiritualmente dipendente dal vescovo di Como, vi è un attrito fra due poteri: la Valtellina sarà l’unica regione italiana a sperimentare una tolleranza in materia di religione, sia pure continuamente corrosa dalla lotta tra le due parti. Queste si contendono a suon di spada e di denari le anime dei valligiani, con rapimenti, tradimenti, omicidi e un’attività di propaganda dai tratti moderni. Sul rinnovamento religioso incide l’emigrazione degli uomini che portano con sé le loro famiglie o al contrario devono abbandonarle, comprano campi, vendono libri, si radicano nelle borgate montanare della nuova patria. Dagli archivi emerge il mondo contadino, quei “rustici” che parlano una lingua “goffa”, si nutrono solo di castagne, grano saraceno e pane di miglio, ma sanno essere consapevoli dell’autonomia delle comunità montanare.