Sono rarissime le testimonianze della ricezione dei capolavori della letteratura toscana medievale nelle regioni più periferiche dell’Italia meridionale nei periodi angioino e poi aragonese: la pubblicazione del commento anonimo al Teseida di provenienza salentina trasmesso col titolo di Scripto sopra Theseu Re rappresenta dunque una significativa acquisizione. L’apparato di chiose è trasmesso da un unico manoscritto quattrocentesco appartenuto alla biblioteca di Angilberto del Balzo, barone ribelle salentino giustiziato da re Ferrante d’Aragona nel 1487. Come dimostrano gli studi linguistici e filologici contenuti nel primo volume, il commento è indipendente dalla restante tradizione esegetica incentrata sul Teseida, ed è stato composto a partire da una redazione del poema circolante nelle corti dell’Italia meridionale. L’edizione critica integrale dell’ampio testo (contenuta nel secondo volume) e gli studi che la corredano gettano luce su aspetti finora sconosciuti della diffusione dell’opera boccacciana in età medievale, offrendo elementi inediti per la conoscenza della storia linguistica del Mezzogiorno.